Scrittrice e Presidente dell'Associazione "Un Ponte Per Anne Frank".
Sono nata nel 1987 e sin da piccola, amavo fantasticare, creare scenette e scrivere delle storie. Con il passare del tempo ho cominciato a scrivere dei racconti, prima su quaderni, poi con la macchina per scrivere e adesso con il computer.
Sono arrivata a un punto in cui non riuscirei piรน a smettere di scrivere. Per alcuni anni, durante le scuole superiori, smisi di scrivere, ma adesso questa รจ diventata la mia piรน grande passione. Oltre a viaggiare e a vivere. Oltre a ogni esperienza che รจ ricca di emozioni e di scoperte.
Che cosa scrivo:
Scrivo storie che vorrei leggere e che hanno dei messaggi. Scrivo storie in cui le protagoniste sono principalmente femmine, persone forti, con il coraggio di lottare per i loro ideali.
Storie cui voglio dare una voce:
Scrivo storie cui voglio dare una voce. Scrivo storie nascoste, dimenticate, storie che trattano argomenti che, secondo me, meritano di essere ascoltati.
Il mio angolo di mondo:
Quella dello scrittore รจ definita una professione solitaria, ed รจ cosรฌ. Mi siedo davanti al computer e comincio a battere sulla tastiera. Sono fortunata, perchรฉ anche mia sorella scrive dei romanzi e possiamo condividere questa passione.
Sono Presidente dell'Associazione "Un ponte per Anne Frank"Per contattarmi: unponteperannefrank@yahoo.it
Il mese di febbraio segna la morte di ANNE FRANK E MARGOT FRANK e quest’anno saranno trascorsi 75 anni. Eโ nostro impegno ricordarle ogni singolo giorno. Ricordare ogni singolo giorno tutte le vittime della Shoah.
Ancora oggi Il Diario di Anne Frank รจ uno dei 10 libri piรน letto a livello mondiale.
Anne Frank era una ragazzina normale; speciale รจ il modo in cui ha affrontato la sua vita. La privazione della libertร , la costrizione nel doversi nascondere nellโAlloggio Segreto ad Amsterdam solo perchรฉ ebrea, la paura della guerra, il terrore di essere scoperta. Il bisogno di correre per le strade, la voglia di tornare a scuola. Il sogno di vedere la pace.
Statua di cera di Anna Frank alย Madame Tussaudsย diย Amsterdam28
Anne non ha mai visto la pace ed รจ stata deportata in vari campi di sterminio. Fino alla fine perรฒ ha continuato a credere nellโintima bontร dellโuomo, a porsi domande sulle ingiustizie che la circondavano, ad emozionarsi. A riempire il suo cuore di speranza. A riempire il nostro cuore di speranza. E questa speranza รจ stata poi alimentata e proseguita negli anni dal padre Otto Frank, unico reduce della famiglia. Gli ideali di Anne Frank sono fonte di forza e coraggio per persone in tutto il mondo.
Ricordare Anne Frank, simbolo dei bambini della Shoah, non รจ solo un modo per portare giustizia a tutte le vittime del dramma della Shoah e a chi ancora oggi vive al limite della societร , emarginato e discriminato. Eโ anche una possibilitร che abbiamo per riflettere sul nostro passato e sul nostro presente. Per volere e potere dire basta a ogni forma dโindifferenza. Per amare la vita, follemente.
Margot Frank (Francoforte sul Meno,ย 16 febbraioย 1926ย โย Bergen-Belsen,ย marzoย 1945)ย
Anne e Margot, non vi dimenticheremo mai. Grazie di cuore per tutti i vostri insegnamenti, per noi tutti fondamentali.
– APPROFONDIMENTO SULLE ULTIME SETTIMANE DI VITA DI ANNE FRANK E MARGOT FRANK – DICHIARAZIONE RILASCIATA DA LIEN BRILLESLIJPER: “Dopo aver ricevuto qualcosa da mangiare, trovammo in un rubinetto dell’acqua e riuscimmo a lavarci qualcosa, da Auschwitz non avevamo avuto piรน la possibilitร di farlo. Ci avvolgemmo di nuovo nelle nostre coperte. Poi ci imbattemmo in due piccole figure spelacchiate, che sembravano due uccellini infreddoliti. Ci abbracciammo scoppiando a piangere. Erano Margot e Anne Frank. Chiedemmo della loro mamma, Anne disse: “E’ finita in una selezione”.
Poi, passando davanti a delle baracche, andammo tutte e quattro verso il piazzale dell’appello. Lรฌ vedemmo alcuni tendoni che sembravano tende da circo. Ce ne assegnarono uno e ci sdraiammo sulla paglia. Ci stringemmo una all’altra sotto le coperte. I primi giorni trascorsero tranquilli, dormivamo molto. Poi cominciรฒ a piovere. Non riuscivamo a riscaldarci neanche sotto le coperte. Per di piรน avevamo i pidocchi.
Poi ci mandarono a lavorare. Dovevamo staccare le suole delle scarpe vecchie. In cambio ci davano un po’ di minestra e un pezzetto di pane. Ben presto le nostre mani cominciarono a sanguinare e a infettarsi. Anne e io fummo le prime a dover smettere. Jannie e Margot resistettero piรน a lungo.
Dopo qualche giorno scoppiarono violente tempeste invernali. Le tende non ressero e crollarono. Ci furono dei feriti. Ci spinsero dentro un capannone dove erano stati sistemati stracci, vecchie scarpe e altro. Anne chiese: “Perchรฉ vogliono farci vivere come bestie?” Jannie rispose: “Perchรฉ sono loro stessi bestie feroci”.
Un giorno di dicembre ci dettero un pezzettino di formaggio e un po’ di marmellata. Le SS e le sorveglianti si ritirarono a fare festa. Era Natale. Con Margot e Anne, le sorelle Daniel e noi due eravamo dunque tre coppie di sorelle. Quella sera volevamo celebrare a modo nostro San Nicola, Chanukkร e Natale. Jannie aveva conosciuto alcune ungheresi che lavoravano nella cucina delle SS. Grazie a loro ricevemmo due manciate di bucce di patate. Anne riuscรฌ a grattugiare un pezzo di sedano. Le sorelle Daniel trovarono un po’ di rape rosse. Io cantai e ballai per alcune sorveglianti e mi diedero un gruppetto di crauti. Avevamo messo da parte il nostro pane e con tutte quelle cose insieme facemmo delle piccole sorprese per gli altri. Arrostimmo le bucce di patate e intonammo dei canti olandesi e yiddish. Pensammo a quello che avremmo fatto una volta tornate a casa. “Faremo una festa, un pranzo da Dikker & Thys”, uno dei ristoranti piรน cari di Amsterdam, propose Anne. Per un attimo fummo quasi felici.
Poi Jannie ed io fummo assegnate a un’altra baracca. Chiedemmo ad Anne e Margot di venire con noi. Ma Margot aveva una terribile diarrea e dovette restare nella vecchia baracca per il rischio di tifo. Anne la curรฒ come meglio poteva. Nelle settimane successive andammo a trovarle e ogni tanto riuscivamo a portar loro qualcosa da mangiare.
Doveva essere marzo, tornammo a vederle quando la neve era ormai sciolta. Ma non erano piรน nella baracca. Le trovammo nell’infermeria del campo. Le scongiurammo di non restare lรฌ, perchรฉ se si cedeva, la fine si faceva sempre piรน vicina. Anne disse: “Qui possiamo stare tutte e due su un unico tavolaccio, stiamo insieme e nessuno ci disturba”. Margot riusciva appena a sussurrare. Aveva la febbre alta. Il giorno dopo andammo di nuovo a trovarle. Margot era caduta dal tavolaccio e viveva in uno stato di semi-incoscienza. Anche Anne aveva la febbre, era gentile e affettuosa. Disse: “Margot dormirร bene e se dorme non ho piรน bisogno di alzarmi”.
Alcun giorni dopo trovammo il tavolaccio vuoto. Sapevamo cosa significava. Le scoprimmo dietro la baracca. Avvolgemmo i loro corpi smagriti in una coperta e li trasportammo in una fossa comune. Fu tutto ciรฒ che ancora potemmo fare per loro”. (Lien Brilleslijper)
Anne Frank
Insieme alla sorella Jannie, Lien fu deportata prima nel campo di concentramento di Auschwitz e successivamente a Bergen – Belsen, dove fu liberata dalle truppe inglesi. Sia lei sa la sorella Jannie, al contrario di Anne e Margot, sopravvissero alla Shoah.
Nota: Fonti dell’approfondimento: I FRANK – La storia della famiglia di Anna Frank, di Mirjam Pressler. Einaudi.
#ANNEFRANK. VITE PARALLELE: il docu-film diretto da Sabina Fedeli, Anna Migotto
ยฉ Federica Pannocchia, 2018
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