Frutto di tre anni di intenso lavoro, trae spunto da una paziente e meticolosa ricerca condotta a tutto campo in numerosi archivi – statali, privati ed ecclesiastici –, valorizzando soprattutto i fondi documentari di questi ultimi, in genere ignorati… Mostra tutto o comunque trascurati dalla storiografia. Pertanto non poche notizie pubblicate in questo libro risultano di prima mano e sono perlopiù inedite. La periodizzazione che è stata privilegiata ha riguardato due momenti significativi della storia italiana analizzando, con acribia ed estremo rigore scientifico, gli anni che vanno dal crepuscolo del regime fascista ai primi conati di rinascita democratica, assumendo come punto di osservazione i vari ordini religiosi, maschili e femminili che, nell’immediato dopoguerra, fecero registrare una vera e propria funzione “civile” del clero – talvolta interpretata in termini di supplenza – che si tradusse concretamente nell’offrire assistenza e ospitalità negli ambienti ecclesiastici ai tanti perseguitati (gerarchi fascisti, ebrei e antifascisti), al punto che da più parti quest’opera fu definita “l’ora della carità”. Attraverso l’utilizzo di importanti fonti documentarie sono presentati i risultati delle ricerche condotte negli archivi storici di vari ordini e istituti ecclesiastici – facendo riferimento, in taluni casi, anche alla copiosa documentazione cartacea di alcune personalità religiose che rivestirono un ruolo cruciale in questa vicenda, quali padre Pancrazio Pfeiffer dei Salvatoriani e padre Francesco Tomasetti dei Salesiani – da cui emerge, in modo incontrovertibile, il ruolo di primo piano svolto da tanti ecclesiastici che si prodigarono in favore di tutti coloro i quali erano in serio pericolo di vita, fornendo loro un provvidenziale rifugio tra le mura delle proprie case, indipendentemente dalla loro fede religiosa o dal loro colore politico. In questo contesto estremamente variegato, non mancarono, tuttavia, anche episodi di inquietante complicità, di cui si resero protagonisti – in particolare – il vescovo austriaco Alois Hudal e il sacerdote filo-ustascia Krunoslav Stjepan Draganović, i quali furono gli autentici deus ex machina della cosiddetta “via dei conventi” mediante l’allestimento di sofisticate ratlines che permisero a molti fascisti e nazisti di espatriare in paesi piuttosto compiacenti e di sfuggire, in tal modo, alle pesanti condanne che pendevano sul loro capo. Questa vastissima mole documentaria – sagacemente ordinata e interpretata –, ha consentito a chi scrive di dipanare la complessa trama clandestina che consentì alla S. Sede, utilizzando per altro in parte gli stessi canali in precedenza adoperati a favore di ebrei e antifascisti, di favorire prima l’occultamento e poi l’espatrio di importanti esponenti fascisti del calibro di Giuseppe Bottai, Luigi Federzoni, Carlo Scorza, Carlo Alberto Biggini ed Edmondo Rossoni (quest’ultimo rifugiato presso il Santuario benedettino di Montevergine). Di analoga protezione fruirono anche alcuni ex gerarchi nazisti e soprattutto gli esponenti del regime ustascia croato, contraddistintosi per le feroci operazioni di “pulizia etnica” ai danni di ebrei e serbi ortodossi. Lo stesso capo dello stato croato, il poglavnik Ante Pavelić, fu accolto a Roma nella primavera del 1946, dopodichè, grazie ai buoni uffici proprio di padre Krunoslav Draganović, sotto mentite spoglie, riuscì ad imbarcarsi sul piroscafo “Sestriere” battente bandiera italiana, che salpò dal porto di Genova l’11 ottobre 1948 diretto a Buenos Aires, dove trascorse indisturbato il resto dei suoi giorni sotto la protezione di Juan Domingo Perón. Ripercorrendo a ritroso, dunque, l’itinerario seguito da questi personaggi durante i loro anni trascorsi in clandestinità, l’Autore ha realizzato una suggestiva ricostruzione delle principali vicende che li hanno riguardati. A quel punto, infatti, tutti gli alti papaveri si resero subito conto che il loro tempo volgeva ormai al termine e, perciò, pensarono bene di correre rapidamente ai ripari, cercando di non dare troppo nell’occhio e sfuggire così ai loro aguzzini che, ormai, già erano sulle loro tracce per assicurarli alla giustizia.