Il discorso del 30 maggio 1924 è quello che costò la vita al giovane e coraggioso deputato socialista, in cui denunciò i brogli e le intimidazioni e, più in generale, il clima di paura e sopraffazione, in cui si erano svolte le elezioni del 6 aprile, le ultime elezioni multipartitiche del ventennio fascista.
L’indubbio ritardo con cui la classe dirigente italiana ha letto, interpretato e governato il fenomeno dell’immigrazione ha provocato conseguenze nefaste, come per esempio l’assenza di una legislazione oppure il mantenimento di leggi ormai obsolete o, a fronte di letture superficiali e allarmistiche, il ricorso a provvedimenti emergenziali e inutilmente punitivi.