Disponibile su Amazon la seconda edizione, doverosamente riveduta ed ampliata con nuovi documenti inediti che svelano tutti i particolari del delatore di Palatucci.
Giovanni Preziosi nasce 55 anni fa a Torre del Greco, in provincia di Napoli, da genitori irpini. Trascorre la sua infanzia ad Avellino prima di intraprendere gli studi universitari presso lโUniversitร degli Studi di Salerno dove si laurea in Scienze Politiche discutendo una tesi in Storia Contemporanea.
Nel corso di questi anni ha coltivato varie passioni, tra cui quella per il giornalismo, divenendo una delle firme piรน apprezzate delle pagine culturali di alcune prestigiose testate quali: โLโOsservatore Romanoโ, โVatican Insider-La Stampaโ, โZenitโ, โIl Popolo della Campaniaโ, โCronache Meridionaliโ. Ha recensito anche alcuni volumi per โLa Civiltร Cattolicaโ. Inoltre, dal 2013, รจ anche condirettore della Rivista telematica di Storia, Pensiero e Cultura del Cristianesimo โChristianitasโ e responsabile della sezione relativa allโetร contemporanea. Recentemente ha fondato anche il sito di analisi ed approfondimento storico "The History Filesโ.
Ha insegnato Storia Contemporanea al Master di IIยฐ livello in โScienze della Cultura e della Religioneโ organizzato dal Dipartimento di Scienze della Formazione dellโUniversitร degli Studi Roma Tre. Fin dalla sua laurea i suoi interessi scientifici si sono concentrati sui problemi socio-politici che hanno caratterizzato il secondo conflitto mondiale, con particolare riguardo a quel filone storiografico relativo allโopera di assistenza e ospitalitร negli ambienti ecclesiastici ad opera di tanti religiosi e religiose a beneficio dei perseguitati di qualsiasi fede religiosa o colore politico.
Ha compiuto, pertanto, importanti studi su tale argomento avviando una serie di ricerche i cui risultati sono confluiti nel volume โSulle tracce dei fascisti in fuga. La vera storia degli uomini del duce durante i loro anni di clandestinitร โ (Walter Pellecchia Editore, 2006); โLโaffaire Palatucci. โGiustoโ o collaborazionista dei nazisti? Un dettagliato reportage tra storia e cronaca alla luce dei documenti e delle testimonianze dei sopravvissutiโ (Edizioni Comitato Palatucci di Campagna, 2015), โIl rifugio segreto dei gerarchi: Storia e documenti delle reti per l'espatrio clandestino dei fascistiโ (CreateSpace Independent Publishing Platform, 23 febbraio 2017) e โLa rete segreta di Palatucci. Fatti, retroscena, testimonianze e documenti inediti che smentiscono lโaccusa di collaborazionismo con i nazistiโ (SECONDA EDIZIONE - Independent Publishing, maggio 2022) nonchรฉ in altri svariati articoli pubblicati su giornali di rilievo nazionale.
A beneficio di tutti i nostri lettori che, da tempo ormai, ci onorano della loro attenzione e della loro stima, presentiamo qui di seguito il contenuto della Seconda Edizione, doverosamente riveduta ed ampliata con nuove fonti inedite nel frattempo acquisite ed impreziosita da una nuova veste grafica con copertina rigida, del volume recentemente dato alle stampe dedicato all’opera svolta in quegli anni convulsi dal giovane commissario di origini irpine Giovanni Palatucci intitolato โLa rete segreta di Palatucci: Fatti, retroscena, testimonianze e documenti inediti che smentiscono l’accusa di collaborazionismo con i nazistiโ, pubblicato nel dicembre del 2015, in cui ho raccolto tutte le mie ricerche condotte dall’estate del 2013 ad oggi.
La rete segreta di Palatucci
Fatti, retroscena, testimonianze e documenti inediti che smentiscono l’accusa di collaborazionismo con i nazisti.
Per chi รจ interessato ecco qui di seguito il link di Amazon dove poterlo acquistare:
Questo volume, giunto alla sua seconda edizione, riveduto e arricchito con nuovi particolari inediti, รจ frutto di una paziente e meticolosa ricerca durata alcuni anni, che ha preso spunto dalla querelle sollevata nellโestate del 2013 dal Centro Primo Levi di New York in merito alla vicenda del salvataggio degli ebrei ad opera del giovane responsabile dellโUfficio stranieri della questura di Fiume Giovanni Palatucciche, secondo quanto asserito da alcuni studiosi, non sarebbe affatto da considerare la versione italiana di Oskar Schindler ma, al contrario, soltanto un oscuro funzionario che eseguรฌ pedissequamente gli ordini superiori, al punto da essere annoverato addirittura tra quella folta schiera di collaborazionisti dei tedeschi.
A distanza di anni, dopo aver compulsato alcuni documenti finora inediti di cui diamo conto con dovizia di particolari nella seconda edizione del volume โLa rete segreta di Palatucciโ(Amazon-Kindle Direct publishing, 2022, pp. 533), finalmente, siamo riusciti a dare un nome ed un volto a questo ambiguo personaggio che faceva il doppio gioco comunicando alle autoritร tedesche quanto accadeva quotidianamente allโinterno della questura. Si trattava del Vicecommissario Emilio Filippi il quale, neanche a farlo apposta, abitava proprio in Via Pomerio, per la precisione al civico 23, in un appartamento sottratto furtivamente ad una famiglia ebrea proprio a due passi dallโabitazione di Palatucci, cosicchรฉ aveva lโopportunitร di sorvegliare ogni suo movimento e tenere costantemente informato il Comando di Polizia delle SS e la Sicherheitspolizei del famigerato capitano Heinrich Schlรผnzen.
L’abitazione di Filippi e quella di Palatucci in via Pomerio a Fiume.
Difatti, subito dopo lโarresto di Palatucci, il 25 settembre 1944, su disposizione del Capo della Provincia Spalatin, il commissario Giuseppe Hamerl aveva assunto la direzione della questura nominando capo di Gabinetto proprio Filippi che, tra lโaltro, come rivelรฒ in seguito il commissario Mario Battilomo alla commissione jugoslava di epurazione, ยซa quel tempo, manten[eva] anche i contatti con [lโHauptsturmfรผhrer Heinrich] Schlรผnzen, il capo dellโSD di Fiumeยป per lโappunto.
Il comandante della Milizia Territoriale Ten. Col. Giuseppe Porcรน.
Questo modus operandi assunto da Filippi, del resto, ci fa capire bene la cifra del personaggio ยซdi carattere indeciso ed infimo, molto malignoยป e, proprio per questo motivo, era โmalvistoโ da tutti i suoi colleghi perchรฉ lo consideravano ยซun avventurieroยป al punto che, per rivalsa e convenienza personale, non si era fatto alcuno scrupolo di spifferare agli ufficiali di Polizia tedeschi ed al comandante della Milizia Porcรน ยซtutto ciรฒ che accadeva in Questuraยป. In una circostanziata relazione stilata dalla Commissione cittadina jugoslava di epurazione per lโaccertamento dei crimini di guerra degli occupanti e dei loro collaboratori, lโestensore ci svela dettagliatamente il profilo del delatore di Palatucci, ovverosia di colui che, con la complicitร di alcuni agenti ausiliari collaborazionisti della questura suoi sodali, lo denunciรฒ fornendo ai nazisti il capo dโaccusa col quale avrebbero potuto incastrarlo e cioรจ la trasgressione della normativa vigente sul rilascio dei passaporti che, in varie circostanze, aveva abilmente aggirato con sottili escamotage per aiutare quelle famiglie ebree che a lui si erano rivolte per sfuggire alla deportazione. In questa relazione apprendiamo che Filippi era
ยซin servizio [a Fiume] dopo lโ8 settembre 1943 fino al marzo 1945. Di carattere indeciso ed infimo, molto maligno, fiduciario segreto del comandante la milizia Porcรน al quale dettagliatamente riportava tutto ciรฒ che accadeva in Questura. Si crede che sia stato in contatto con i tedeschi e con la loro polizia. Per un certo tempo prese il comando degli agenti come anche la funzione di capo dei carabinieri, apertamente si spacciava per agente addetto alla sorveglianza dei viveri. Partito due giorni prima dellโarrivo dei partigiani. Ha asportato la bicicletta del dott. Palatucci che si trovava internato in Germania. Ha portato con sรฉ anche molti altri oggetti di proprietร degli ebrei internati nelle abitazioni dei quali abitavano i tedeschiยป.
Questi particolari della delazione che determinรฒ lโarresto di Palatucci, del resto, sono confermati con precisione anche dalla guardia di Pubblica Sicurezza Nunzio Gabriele che, dal 21 settembre 1939, era stato inviato a Fiume col grado di vicebrigadiere. Nella lettera che inviรฒ a mons. Giuseppe Maria Palatucci il 6 giugno 1952, infatti, cosรฌ scrive:
ยซDurante questo lungo periodo di tempo ebbi modo di convincermi chโEgli, oltre a possedere una vastissima cultura, era dotato di una acuta intelligenza, ma, soprattutto, di un profondo senso umanitario, inteso a fare sempre bene, quando il proprio dovere glielo consentiva, a chiunque, ad aiutare i bisognosi ed a sollevare gli oppressi. Il suo cuore era aperto a tutti e le sue labbra bozzavano sempre un dolce sorriso, anche quando Egli veniva a trovarsi nella impossibilitร di poter accontentare un tizio qualsiasi.
Per questo modo di fare, Egli era ritenuto il Funzionario di P.S. โDiplomaticoโ per cui era stimato e ben voluto da tutti ed in particolar modo da quelli di razza Ebraica, di ambo i sessi, appunto per lโappoggio dato loro durante le persecuzioni razziali, nella sua qualitร di funzionario lโufficio stranieri prima e di Reggente la Questura dopo. Fu proprio durante questo periodo che i tedeschi, dubitando che Egli non rispecchiasse limpidamente le loro idee ed i loro metodi, vuolsi, messi su da un V. Commissario di complemento di marca fascista, capitato da Roma a Fiume allorquando si avvicinรฒ il pericolo dellโoccupazione della capitale da parte degli alleati, lo prelevarono e lo internarono in Germania. Infatti subito dopo, tra lo stupore ed il dolore di noi tutti, corse voce che il Dr. Palatucci fosse stato fatto prelevare ad opera di questo sopraccennato cattivo individuo. Ciรฒ andรฒ sempre piรน avvalorandosi โ sottolineava il vicebrigadiere Gabriele โ perchรฉ costui, successivamente, diventรฒ persona di fiducia del comandante tedesco della Zona di Trieste e Fiume dal quale ebbe battezzato un figlio o figliaยป.
Sembra del tutto evidente che in quel clima arroventato da veleni e sospetti il vicecommissario Filippi, con la complicitร di alcuni ยซsuoi agenti (ausiliari) piรน fedeliยป, dopo aver annotato nel suo โmemorialeโ particolari compromettenti sullโoperato di Palatucci, alla fine riuscรฌ a trovare il modo come incastrarlo accusandolo alle autoritร tedesche di aver commesso delle irregolaritร nel rilascio dei passaporti al punto da indurle a disporre il suo immediato arresto. Difatti, il 24 settembre 1944, giusto due settimane dopo, il commissario Battilomo scriveva nel suo diario che, il giorno precedente, si era recato ยซin Questura e verso le 11 [โฆproprio] nellโufficio di Filippi [โฆ aveva] appreso da [lui] parecchie cose interessantiยป convincendolo a consegnargli una ยซcopia del suo memorialeยป in cui appuntava meticolosamente ogni dettaglio delle indagini condotte dal reparto di Polizia Politica e di tutto ciรฒ che accadeva in questura. Non รจ da escludere, pertanto, che tra queste pagine avesse trascritto anche i particolari che condussero allโarresto del reggente della questura di Fiume.
Ci siamo chiesti, dunque: chi era Giovanni Palatucci? Un eroe, un โGiustoโ, un collaboratore dei nazisti nella persecuzione degli ebrei, un fedele esecutore degli ordini superiori, o forse piรน semplicemente un uomo che, constatando la perfidia dei nazifascisti che si consumava quotidianamente sotto i suoi occhi ai danni di tante persone innocenti, che avevano la sola โcolpaโ di appartenere ad una razza diversa, pur nel timore di essere scoperto, non riuscรฌ a restare indifferente e cercรฒ, per quanto gli era possibile, di impedire questo scempio?
Partendo da tale presupposto abbiamo cercato di approfondire questa complessa vicenda alla luce delle nuove testimonianze e dei documenti inediti che siamo riusciti a raccogliere riuscendo, finalmente, persino a dare un nome ed un volto a chi, all’interno della questura di Fiume, lo tradรฌ denunciandolo al Comando di Polizia tedesco che, com’รจ noto, il 13 settembre 1944, dispose il suo arresto. Inoltre, sono illustrate con dovizia di particolari, anche le principali operazioni di salvataggio predisposte da Palatucci a beneficio della โfidanzataโ ebrea, Maria โMikaโ Eisler e della madre Dragica Braun, della famiglia di Carl Selan e Lotte Eisner, della sorella del barone Niels Sachs de Gric, Lily Kremsir e della contessa polacca Maria Tarnowska Potocka. Senza contare il ruolo di primo piano svolto dallโamico โdiplomaticoโ di origini svizzere Marcel Frossard de Saugy che si adoperรฒ per impedire l’esecuzione capitale spiccata dai nazisti dopo il suo arresto.
A questa documentazione cartacea si aggiungono poi le importanti testimonianze del suo compagno di Dachau Ivan Gaลกperฤiฤ, di Franco Avallone, figlio della Guardia Scelta di P.S. della questura di Fiume Raffaele Avallone, fedele collaboratore di Palatucci, della signora Magda Lipschitz Heimler, figlia di Eugenio Lipschitz, internato nel Campo di Campagna; della prof.ssa Elena Scarpa, figlia di un altro collaboratore di Palatucci, il commissario di P.S. Carmelo Mario Scarpa; della sig.ra Maris Zagabria Persich, di Raffaele Ricciardelli, figlio dellโamico e collega del giovane questore di Fiume, il capo dellโUfficio Politico della questura di Trieste Feliciano Ricciardelli e tanto altro ancora.
Booktrailer del libro di Giovanni Preziosi
“LA RETE SEGRETA DI PALATUCCI”
ยฉ Giovanni Preziosi, 2022 Tutti i diritti riservati. Tutti i contenuti pubblicati in questo articolo sono protetti da copyright e non possono, nรฉ in tutto nรฉ in parte, in qualsiasi forma o tramite qualsiasi mezzo, essere utilizzati, modificati, copiati, pubblicati o riprodotti senza il consenso scritto dellโAutore e la citazione della fonte.