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EVA SCHLOSS: sopravvissuta al dramma della Shoah e sorella acquisita di Anne Frank

Il 27 gennaio 1945, Eva Geiringer e sua madre Elfriede sono stati tra le circa 7.000 persone che hanno assistito alla liberazione del campo di sterminio di Auschwitz e Birkenau da parte dell’esercito Sovietico. Eranio state costrette a vivere in un nascondiglio a Amsterdam dove in seguito furono tradite e deportati ad Auschwitz.

Federica Pannocchia

Federica Pannocchia

Scrittrice e Presidente dell'Associazione "Un Ponte Per Anne Frank". Sono nata nel 1987 e sin da piccola, amavo fantasticare, creare scenette e scrivere delle storie. Con il passare del tempo ho cominciato a scrivere dei racconti, prima su quaderni, poi con la macchina per scrivere e adesso con il computer. Sono arrivata a un punto in cui non riuscirei piรน a smettere di scrivere. Per alcuni anni, durante le scuole superiori, smisi di scrivere, ma adesso questa รจ diventata la mia piรน grande passione. Oltre a viaggiare e a vivere. Oltre a ogni esperienza che รจ ricca di emozioni e di scoperte. Che cosa scrivo: Scrivo storie che vorrei leggere e che hanno dei messaggi. Scrivo storie in cui le protagoniste sono principalmente femmine, persone forti, con il coraggio di lottare per i loro ideali. Storie cui voglio dare una voce: Scrivo storie cui voglio dare una voce. Scrivo storie nascoste, dimenticate, storie che trattano argomenti che, secondo me, meritano di essere ascoltati. Il mio angolo di mondo: Quella dello scrittore รจ definita una professione solitaria, ed รจ cosรฌ. Mi siedo davanti al computer e comincio a battere sulla tastiera. Sono fortunata, perchรฉ anche mia sorella scrive dei romanzi e possiamo condividere questa passione. Sono Presidente dell'Associazione "Un ponte per Anne Frank" Per contattarmi: unponteperannefrank@yahoo.it
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Con immenso onore il 19 giugno 2021 ho incontrato Eva Schloss, Sopravvissuta al dramma della Shoah, sorellastra di Anne Frank e figlia adottiva di Otto Frank.
Le emozioni erano cosรฌ tante e a ogni passo che facevo potevo sentire il cuore rimbombarmi ovunque.
Perchรฉ lโ€™onore di incontrare persone come Eva, Sopravvissute al dramma della Shoah, รจ sempre enorme per me, cosรฌ come la gratitudine. Ma sapere inoltre che Eva ha conosciuto Anne e che รจ cresciuta con Otto รจ incredibile. La famiglia Frank significa cosรฌ tanto per me, la storia di Anne ha cambiato per sempre anche la mia vita.
Ho appuntamento con Eva, a casa sua, alle 11 di mattina. Eva vive a Londra.
Il cielo รจ grigio, eppure non piove. Eppure anche lโ€™atmosfera sembra in attesa, magica. Speciale.
Mi ritrovo alla stazione metro con altre due persone eccezionali, Simone (cameraman per lโ€™intervista) e Samantha (intervistatrice). Insieme ci rechiamo a casa di Eva. Ad accoglierci Elizabeth, la quale aiuta Eva organizzando i suoi incontri.
E poi รจ un attimo. Mi giro e vedo Eva. Vicino alla porta. Elegante, truccata. Bellissima.
La prima cosa che mi colpisce di lei sono i suoi occhi. Azzurri, profondi, vivi e pieni di una luce rara. Eva ci accoglie a braccia aperte e mi dispiace immensamente che a causa della pandemia non sia possibile abbracciarla davvero, stringerla a me e ringraziarla. Lo faccio a parole, perรฒ, e la ringrazio infinitamente a nome di tutti noi, di tutti voi, per aver accettato di rilasciare questa intervista alla nostra Associazione di volontariato Un ponte per Anne Frank.
Andiamo in salotto. Una stanza ben curata, piena di disegni, ritratti e quadri. Uno, grande, che ritrae la mamma di Eva. Una donna stupenda.
Iniziamo subito a parlare e immediatamente mi sento a casa. รˆ una sensazione strana, questa, indimenticabile; non appena comincio a parlare con Eva mi sento compresa e legata a lei. Lei vuole sapere tutto del mio lavoro in quanto Presidente e Fondatrice dellโ€™Associazione di volontariato Un ponte per Anne Frank. Mi ascolta, mi chiede dei nostri programmi e mi ringrazia. Nella dedica che scrive sul suo libro, che mi dona, mi ringrazia per lโ€™importante lavoro che svolgo ogni giorno. Ma sono io a ringraziare Eva. La quale decide quotidianamente di ricordare, di incoraggiare a sapere, a riflettere. Di costruire oggi una societร  migliore. Di bene.
Eva รจ allegra, sorridente. Parla con ognuno di noi con vivacitร  e curiositร . Poi perรฒ arriva il momento di iniziare lโ€™intervista e comincia a parlare della sua infanzia. Della sua famiglia. Di come Anne fosse chiacchierona e sempre circondata da amici e ragazzi. Di come lei invece fosse una sportiva, di come si sia ritrovata rinchiusa dietro il filo spinato di un lager nazista. Le sue parole si rincorrono, pur di non dimenticare niente, pur di far sapere ogni dettaglio. Il carro bestiame, lโ€™arrivo nel campo di sterminio di Auschwitz โ€“ Birkenau, il rapporto con la madre, la paura di aver perso il padre e il fratello e la segreta speranza che fossero ancora vivi. Lโ€™incontro con Mengele. Il freddo allucinante. La fame che toglieva il respiro. La voglia di vivere e la costante preoccupazione di morire. I miracoli che perรฒ lโ€™hanno tenuta in vita e che hanno tenuto in vita la sua amata mamma. La liberazione. Il viaggio di ritorno. Non appartenere a nessun luogo. Sentirsi esclusa. Il graduale ritorno a una normalitร  che sembra uno schiaffo a ogni certezza. Il terrore che non rivedrร  piรน suo padre e suo fratello. Un terrore che poi si trasforma in conferma. E le parole di suo fratello, dette rinchiusi nel carro bestiame, che le chiedono di andare a recuperare i disegni che aveva nascosto, nel caso lui non ce lโ€™avesse fatta.
E cosรฌ Eva mantiene quella promessa. Heinz, suo fratello, era un bravissimo artista, seppur non avesse mai studiato pittura. Cieco da un occhio, dedicava la sua vita a suonare il pianoforte, ma al momento di nascondersi ed essendo pericoloso fare rumore, cominciรฒ a esprimersi attraverso la pittura.
Eva mi mostra alcune copie dei capolavori di suo fratello Heinz. E sentire la sua voce che mi racconta tutto ciรฒ ha un impatto fortissimo in me.
La sua testimonianza si unisce al ricordo di come, poco dopo la liberazione, Eva avesse pensato al suicidio. Perchรฉ odiava tutti. Odiava il mondo. รˆ stato Otto Frank a dirle di continuare a vivere, incoraggiandola a non odiare. Ma a concentrarsi sullโ€™amore.
E cosรฌ Eva ha fatto. Costruendosi una vita. Mettendo una gamba davanti allโ€™altra e testimoniando, girando il mondo, incontrando persone in carcere e studenti a scuola. Vuole dare voce alla storia di suo fratello. Vuole incoraggiare a sapere partendo dalla storia di Anne Frank. Vuole testimoniare ciรฒ che ha vissuto. E vuole costruire oggi una societร  di amore, pace, tolleranza, rispetto e inclusione.
Lโ€™intervista che ho realizzato ad Eva sarร  resa a breve pubblica attraverso un video, visionabile gratuitamente. Affinchรฉ sia possibile per ognuno ascoltare le sue parole, conoscere la sua testimonianza e ricordarci quanto sia importante imparare dagli errori del passato e costruire oggi una societร  migliore. Partendo dai piccoli gesti, che possono portare a una grande differenza.
Ho parlato tanto con Eva, ed รจ una Donna meravigliosa. Consiglio assolutamente la lettura dei suoi libri. Ci siamo promesse che ci rivedremo. Le ho promesso che farรฒ di tutto per far conoscere la storia di suo fratello Heinz e per incoraggiare a non dimenticare e a rispondere oggi allโ€™odio con il bene.
Ho anche invitato Eva a venire a parlare in Italia e lei ha accolto lโ€™invito a braccia aperte.
รˆ un onore enorme.
Grazie di cuore a Simone, Samantha ed Elizabeth.
Grazie infinite a Eva, persona straordinaria che ammiro infinitamente.
E, naturalmente, grazie di cuore a ognuno di voi per esserci sempre e per aver scelto di divenire Testimoni della Memoria.
ยฉ Federica Pannocchia, 2019
Tutti i diritti riservati. Tutti i contenuti pubblicati in questo articolo sono protetti da copyright e non possono, nรฉ in tutto nรฉ in parte, in qualsiasi forma o tramite qualsiasi mezzo, essere utilizzati, modificati, copiati, pubblicati o riprodotti senza il consenso scritto dellโ€™Autoreย e la citazione della fonte
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