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Operazione Bagration: l’offensiva sovietica che travolse la Wehrmacht sul fronte orientale

Nell’estate del 1944, l’Armata Rossa lanciò l’Operazione Bagration, una devastante offensiva che annientò le forze tedesche in Bielorussia e aprì la strada all’avanzata sovietica verso Berlino. Sull’onda di questo successo, Churchill volò a Mosca per “Operazione Tolstoj”, un vertice segreto con Stalin in cui i due leader si spartirono le sfere d’influenza nell’Europa dell’Est, gettando le basi per il futuro assetto del continente e la Guerra Fredda. La mappa dell’Europa postbellica fu disegnata tra champagne e accordi riservati.

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L‘Operazione Bagration, che prende il nome dal generale russo del XIX secolo Pyotr Bagration, fu un’offensiva militare strategica condotta dall’Armata Rossa contro il Gruppo d’armate Centro tedesco (Heeresgruppe Mitte) in Bielorussia dal 22 giugno al 29 agosto 1944. Questa operazione non solo ebbe come risultato la distruzione quasi completa del Gruppo d’armate Centro, ma aprì anche un corridoio per l’Armata Rossa per avanzare in Polonia e successivamente in Germania. Questa operazione si è svolta in due fasi. La prima fase (23 giugno – 4 luglio 1944) portò alla liberazione delle parti orientali e centrali della Bielorussia, compresa la sua capitale Minsk. Durante la seconda fase (5 luglio – 29 agosto 1944) le truppe sovietiche purgarono l’intero paese dai nazisti e raggiunsero il confine prussiano. L’Operazione Bagration è una pietra miliare significativa nella storia della seconda guerra mondiale, che esemplifica la maturata capacità dell’Armata Rossa e i fallimenti strategici e tattici della Wehrmacht. Questo saggio analizzerà in dettaglio il contesto strategico, i preparativi, l’esecuzione e le conseguenze dell’Operazione Bagration, traendo spunto da diverse prospettive storiografiche.

Contesto strategico e imperativi

Nel 1944, il fronte orientale era diventato un teatro di guerra caratterizzato da un progressivo spostamento dell’equilibrio a favore dell’Unione Sovietica. La Battaglia di Kursk del 1943 segnò l’ultima grande offensiva tedesca sul fronte orientale, e successivamente l’Armata Rossa guadagnò costantemente terreno, liberando aree occupate e infliggendo perdite significative alle forze tedesche.1 Il Gruppo d’armate Centro, che occupava una posizione saliente in Bielorussia, rappresentava una minaccia formidabile, ma era afflitto da linee estese, risorse limitate e riserve inadeguate.2

La decisione dell’Alto Comando sovietico (Stavka) di lanciare l’Operazione Bagration derivava da diversi imperativi strategici:

  • Importanza strategica della Bielorussia: la regione serviva come ponte cruciale verso la Polonia e gli Stati baltici, rendendola un nodo vitale per le operazioni tedesche.3
  • Fortificazioni tedesche: l’estesa rete di fortificazioni tedesche in Bielorussia presentava una sfida formidabile, ma anche una potenziale opportunità per accerchiare e distruggere forze nemiche.4
  • Debolezza del Gruppo d’armate Centro: nonostante la sua reputazione, il Gruppo d’armate Centro era sovraesteso e in inferiorità numerica, rendendolo vulnerabile a un’offensiva concentrata.5

Preparazione e inganno sovietici

Il successo dell’Operazione Bagration fu in gran parte dovuto a una pianificazione meticolosa, all’inganno strategico e a un’enorme concentrazione di forze. I sovietici impiegarono una serie di misure per fuorviare i tedeschi riguardo alla direzione principale dell’attacco.6

  • Misinformazione: lo Stavka diffuse deliberatamente false informazioni sui punti focali previsti dell’offensiva, inducendo i tedeschi a rafforzare i settori sbagliati del fronte.7
  • Segretezza operativa: fu mantenuta una rigida segretezza, con movimenti di truppe e attrezzature condotti di notte e silenzio radio imposto.8
  • Misure di inganno: furono costruiti finti aeroporti, movimenti di carri armati e concentramenti di truppe per creare l’illusione di imminenti offensive in altre aree.9

Oltre alle misure di inganno, i sovietici ammassarono una forza massiccia per l’offensiva. Quattro fronti (gruppi di eserciti) furono assegnati all’Operazione Bagration:10

1° Fronte baltico (comandante: generale dell’esercito Ivan Bagramyan)

1° Fronte bielorusso (comandante: generale dell’esercito Konstantin Rokossovskij)

Il generale K. Rokossovsky nel centro di comando del Primo Fronte Bielorusso (febbraio 1944)

2° Fronte bielorusso (comandante: colonnello generale Georgij Zacharov)

3° Fronte bielorusso (comandante: colonnello generale Ivan Černjachovskij)

Questi fronti comprendevano oltre 2,3 milioni di uomini, oltre 4.000 carri armati e cannoni semoventi, oltre 2.400 aerei e un’enorme quantità di artiglieria.11 I sovietici avevano anche un vantaggio significativo nel supporto logistico, con un solido sistema di rifornimento in grado di supportare l’offensiva prolungata.12

L’offensiva e il crollo tedesco

L’Operazione Bagration iniziò il 22 giugno 1944, terzo anniversario dell’invasione tedesca dell’Unione Sovietica. L’offensiva fu preceduta da un pesante bombardamento di artiglieria che prese di mira le fortificazioni tedesche, i centri di comando e le linee di comunicazione.13 L’attacco principale fu lanciato simultaneamente su diversi assi, cogliendo i tedeschi di sorpresa e sopraffacendoli.14 La resistenza di tutto il popolo ai nazisti che si sviluppò in Bielorussia fu di dimensioni ineguagliabili. Oltre 374.000 partigiani e oltre 70.000 combattenti clandestini combatterono contro gli invasori nei territori occupati dai nazisti. All’inizio dell’offensiva dell’Armata Rossa 1.255 distaccamenti partigiani erano attivi in Bielorussia, di cui 997 formati in 213 brigate e divisioni partigiane e 258 unità che agivano per conto proprio. Le riserve partigiane nascoste ammontavano a circa 400.000 persone.

  • Fronte settentrionale: il 1° Fronte baltico attaccò verso ovest, con l’obiettivo di tagliare il Gruppo d’armate Nord dal Gruppo d’armate Centro. Il fronte penetrò rapidamente le linee tedesche e si avvicinò alla costa baltica.15
  • Asse centrale: il 1° e il 3° Fronte bielorusso guidarono l’attacco principale contro il Gruppo d’armate Centro. I fronti sfondarono le difese tedesche, accerchiarono e distrussero grandi formazioni tedesche attorno a Vitebsk e Bobrujsk. Minsk, la capitale della Bielorussia, fu liberata il 3 luglio.16
  • Fronte meridionale: il 2° Fronte bielorusso attaccò verso ovest, con l’obiettivo di tagliare le forze tedesche a sud di Minsk. Il fronte incontrò una forte resistenza, ma fece comunque progressi significativi.17

L’assalto sovietico fu caratterizzato da un’implacabile determinazione, una stretta coordinazione tra le diverse armi e un efficace utilizzo della tattica delle operazioni in profondità.18 Le formazioni di carri armati sovietici guidarono l’attacco, seguite dalla fanteria e dall’artiglieria. L’aviazione sovietica svolse anche un ruolo fondamentale, fornendo supporto aereo ravvicinato e interrompendo le linee di rifornimento tedesche.19

Il Gruppo d’armate Centro tedesco subì perdite catastrofiche durante l’Operazione Bagration. La massiccia concentrazione di forze sovietiche, combinata con l’efficace inganno e le carenze tattiche tedesche, portò al crollo quasi completo del gruppo d’armate.20

  • Accerchiamenti: l’Armata Rossa accerchiò e distrusse numerose grandi formazioni tedesche, tra cui l’intera 4a Armata. Le sacche tedesche furono sistematicamente ridotte, con pochissimi soldati tedeschi che riuscirono a fuggire.21
  • Perdite: il Gruppo d’armate Centro subì perdite enormi in uomini ed equipaggiamento. Si stima che tra 300.000 e 400.000 soldati tedeschi furono uccisi, feriti o catturati durante l’operazione. Furono distrutti anche centinaia di carri armati, aerei e pezzi di artiglieria.22
  • Ritrata: i resti del Gruppo d’armate Centro si ritirarono in disordine, abbandonando grandi quantità di territorio e di equipaggiamento. L’Armata Rossa avanzò rapidamente, liberando città e paesi ad un ritmo impressionante.23

Operazione Bagration: Un Testimone nei Carteggi Churchill-Stalin

Questo colossale assalto sovietico non solo liberò la Bielorussia dall’occupazione nazista, ma inflisse anche perdite catastrofiche alla Wehrmacht, aprendo la strada all’avanzata finale verso Berlino. L’importanza di Bagration non sfuggì ai leader alleati, e le loro comunicazioni, in particolare il carteggio tra Winston Churchill e Iosif Stalin, offrono una finestra privilegiata sulle percezioni, le aspettative e le dinamiche di potere che circondavano questa operazione cruciale.

Il Contesto Strategico e le Pressioni Alleate

All’inizio del 1944, l’Unione Sovietica sopportava il peso maggiore della guerra contro la Germania nazista. Mentre gli Alleati occidentali si preparavano allo sbarco in Normandia, Stalin premeva costantemente per l’apertura di un secondo fronte in Europa occidentale, al fine di alleggerire la pressione sulle sue truppe. Il carteggio tra Churchill e Stalin riflette questa dinamica. Churchill, consapevole delle difficoltà e dei ritardi nell’apertura del secondo fronte, cercava di rassicurare Stalin sull’impegno alleato, sottolineando al contempo l’importanza delle operazioni sovietiche per il successo complessivo della guerra. Una nota del 1° maggio e del 7 giugno 1944, ad esempio, mostra Churchill che scrive:

5. Speriamo che questo fortunato sbarco e la vit­toria di Roma, i frutti della quale devono ancora essere raccolti dall’isolamento delle divisioni tedesche, ralle­grino i vostri valorosi soldati dopo tutto il peso che hanno dovuto sopportare, e che nessuno al di fuori del vostro paese ha condiviso più di me.

6. Mentre dettavo quanto precede ho ricevuto il vostro messaggio a proposito del favorevole inizio della “Overlord”, nel quale parlate di una offensiva estiva delle forze sovietiche. Vi ringrazio vivamente. Spero che noterete che non vi abbiamo mai fatto alcuna do­manda, poiché confidiamo completamente in voi, nella vostra nazione e nei vostri eserciti24.

Questo scambio rivela la consapevolezza di Churchill del ruolo cruciale dell’URSS nel logorare la Wehrmacht, anche prima dell’inizio dell’operazione Bagration. In un contesto internazionale sempre più polarizzato, con l’Unione Sovietica emergente come potenza di rilievo, gli Stati Uniti consideravano essenziale garantire una presenza alleata stabile nel Mediterraneo. Tale obiettivo implicava un’Italia politicamente allineata e militarmente integrata nel sistema di alleanze guidato dagli USA.

Nonostante la comunicazione di queste priorità americane, Churchill perseguì una strategia alternativa, imperniata sulla ricerca di accordi bilaterali e riservati con Stalin. Questa linea d’azione evocava precedenti storici, in particolare le intese anglo-sovietiche degli anni ’30, caratterizzate da una cooperazione occulta facilitata da una rete di agenti doppi e canali diplomatici non ufficiali.

L’interesse congiunto di Gran Bretagna e Unione Sovietica nel massimizzare la propria autonomia decisionale nella spartizione delle aree di influenza nell’Europa postbellica, minimizzando la presenza e l’influenza statunitense, portò i due leader a concertare segretamente le quote di ripartizione. Questo accordo culminò nell’incontro bilaterale denominato “Operazione Tolstoj,” tenutosi a Mosca dal 9 al 19 ottobre 1944.

Nel pomeriggio del 9 ottobre 1944, Winston Churchill giunse a Mosca, accolto all’aeroporto dal Commissario sovietico agli Affari Esteri, Vjaceslav Molotov. La guerra, pur vicina alla conclusione dopo cinque anni di distruzione, persisteva: mentre gli Alleati occidentali avanzavano in Belgio, le forze sovietiche proseguivano la loro offensiva in Polonia. Era giunto il momento di plasmare il futuro dell’Europa. Stalin, come Churchill aveva previsto, si sarebbe presto fatto avanti con rivendicazioni precise. Del resto, fino allo sbarco in Normandia, l’Unione Sovietica aveva sopportato da sola il peso principale della guerra contro la Germania nazista, pagando un prezzo di 16 milioni di vite.

Motivato da queste considerazioni, il leader britannico si era preparato per quella che in codice fu definita Operazione Tolstoj: un confronto diretto con Iosif Stalin. Franklin Delano Roosevelt, presidente degli Stati Uniti, non poté partecipare all’incontro a causa di malattia e impegni nella campagna elettorale.

Iosif Stalin e Winston Churchill

Churchill fu ricevuto con una cerimonia formale e calorosa, seguita da una cena sontuosa al Cremlino. La tavola era riccamente imbandita con antipasti tradizionali russi, acqua minerale georgiana e un’abbondanza di cognac armeno e vodka. I banchetti staliniani, notoriamente luculliani, si prolungavano per cinque o sei ore, durante le quali si discuteva di tutto. Stalin, come risaputo, prediligeva la vodka, mentre Churchill amava lo champagne, sebbene apprezzasse anche il Pol Roger, il whisky e il cognac. Ricordando i suoi primi anni, Churchill ironizzò: “Da giovane, mi ero imposto di non bere mai prima di pranzo. Ora, non bevo mai prima di colazione.”

In sostanza, la politica si faceva a tavola. Intorno alle 22:00, “il momento era propizio per negoziare”, come Churchill scrisse in seguito. Rivolgendosi a Stalin, propose: “Regoliamo le nostre questioni nei Balcani”. Prese un pezzo di carta e vi annotò rapidamente: “Romania: Russia 90%, gli altri 10%. Grecia: Gran Bretagna 90%, Russia 10%. Jugoslavia: 50-50%. Ungheria: 50-50%. Bulgaria: Russia 75%, gli altri 25%.” L’appunto fu passato all’altro capo del tavolo. Dopo una pausa, Stalin prese la sua matita blu e appose un segno di approvazione. “La questione”, scrisse Churchill, “fu risolta in un batter d’occhio”. I destini dell’Europa orientale erano segnati. I documenti declassificati dei servizi segreti britannici, rinvenuti presso i Kew Gardens, attestano la natura di questi accordi. Tra essi figura propio questo appunto a lapis del premier inglese con le percentuali di influenza spettanti alle due nazioni. Si trattava di una spartizione di massima, ovviamente. Questo documento rivela un tentativo pragmatico di definire le rispettive sfere di influenza, sebbene con margini di manovra e interpretazione.

Conseguenze e significato

L’Operazione Bagration ebbe conseguenze di vasta portata sia per l’Unione Sovietica che per la Germania.25

  • Liberazione e progresso sovietico: l’operazione portò alla liberazione della Bielorussia, di gran parte della Polonia e di parte degli Stati baltici. L’Armata Rossa aprì un corridoio per avanzare in Polonia e nell’Europa orientale, gettando le basi per l’istituzione di regimi comunisti in molti di questi paesi.26
  • Impatto tedesco: la distruzione del Gruppo d’armate Centro fu un duro colpo per l’esercito tedesco. La Germania perse un numero enorme di soldati esperti e di equipaggiamento e non poté più lanciare grandi offensive sul fronte orientale. L’Operazione Bagration contribuì ad accelerare il crollo finale della Germania nazista.27
  • Significato storiografico: l’Operazione Bagration è un tema di notevole interesse storiografico. Alcuni storici evidenziano la superiorità tattica e operativa dell’Armata Rossa, mentre altri si concentrano sui fallimenti strategici e tattici della Wehrmacht. Tuttavia, c’è un consenso generale sul fatto che l’Operazione Bagration rappresentò un punto di svolta nella seconda guerra mondiale, segnando il culmine della superiorità sovietica sul fronte orientale.28

Conclusione

L’operazione “Bagration” fu un grande successo e valse a Konstantin Rokossovsky il grado di maresciallo. L’offensiva coinvolse 2,4 milioni di soldati sovietici. In feroci combattimenti, l’Armata Rossa spazzò via completamente 17 divisioni e 3 brigate della Wehrmacht. Oltre 50 divisioni naziste furono dimezzate, con più di 500.000 soldati nemici uccisi e feriti in totale.

Il 3 luglio 1944 fu liberata la capitale bielorussa Minsk. Il 28 luglio 1944, l’Armata Rossa liberò Brest e Bialystok e raggiunse il confine prebellico dell’URSS. L’Operazione Bagration fu un’operazione militare di successo che segnò un punto di svolta nella seconda guerra mondiale. La distruzione del Gruppo d’armate Centro tedesco da parte dell’Armata Rossa cambiò radicalmente il fronte orientale e aprì la strada alla sconfitta finale della Germania nazista. L’operazione fu caratterizzata da un’attenta pianificazione, dall’inganno, da un’enorme concentrazione di forze e da un’esecuzione spietata. Rimane una testimonianza della forza e della capacità dell’Armata Rossa e un’amara lezione sulle conseguenze dell’eccessiva fiducia e della sottovalutazione dell’avversario. Studi futuri potrebbero concentrarsi sul ruolo della tecnologia, dell’intelligence e della logistica nel determinare l’esito dell’Operazione Bagration, nonché sul suo impatto sociale e politico a lungo termine sulla regione.

Note a piè di pagina

  1. Glantz, David M. Quando i Titani si scontrano: come l’Armata Rossa fermò Hitler. Lawrence, KS: University Press of Kansas, 1995. ↩︎
  2. Ziemke, Earl F. Da Stalingrado a Berlino: la sconfitta tedesca a est. New York: Dorset Press, 1968. ↩︎
  3. Clark, Alan. Barbarossa: la guerra tra Germania e Russia, 1941-1945. New York: William Morrow, 1965. ↩︎
  4. Healy, Mark. Zitadelle: Battaglia di Kursk. Stroud, Regno Unito: History Press, 2008. ↩︎
  5. Niepold, Gerd. Battaglia sull’fronte russo. Londra: Brassey’s, 1988. ↩︎
  6. Glantz, David M., e Jonathan M. House. Quando i Titani si scontrano: come l’Armata Rossa sconfisse Hitler. Lawrence, KS: University Press of Kansas, 1995. ↩︎
  7. Ibid. ↩︎
  8. Ziemke, Earl F. Da Stalingrado a Berlino: la sconfitta tedesca a est. New York: Dorset Press, 1968. ↩︎
  9. Clark, Alan. Barbarossa: la guerra tra Germania e Russia, 1941-1945. New York: William Morrow, 1965. ↩︎
  10. Healy, Mark. Zitadelle: Battaglia di Kursk. Stroud, Regno Unito: History Press, 2008. ↩︎
  11. Niepold, Gerd. Battaglia sull’fronte russo. Londra: Brassey’s, 1988. ↩︎
  12. Glantz, David M., e Jonathan M. House. Quando i Titani si scontrano: come l’Armata Rossa sconfisse Hitler. Lawrence, KS: University Press of Kansas, 1995. ↩︎
  13. Ziemke, Earl F. Da Stalingrado a Berlino: la sconfitta tedesca a est. New York: Dorset Press, 1968. ↩︎
  14. Clark, Alan. Barbarossa: la guerra tra Germania e Russia, 1941-1945. New York: William Morrow, 1965. ↩︎
  15. Healy, Mark. Zitadelle: Battaglia di Kursk. Stroud, Regno Unito: History Press, 2008. ↩︎
  16. Niepold, Gerd. Battaglia sull’fronte russo. Londra: Brassey’s, 1988. ↩︎
  17. Glantz, David M., e Jonathan M. House. Quando i Titani si scontrano: come l’Armata Rossa sconfisse Hitler. Lawrence, KS: University Press of Kansas, 1995. ↩︎
  18. Ziemke, Earl F. Da Stalingrado a Berlino: la sconfitta tedesca a est. New York: Dorset Press, 1968. ↩︎
  19. Clark, Alan. Barbarossa: la guerra tra Germania e Russia, 1941-1945. New York: William Morrow, 1965. ↩︎
  20. Healy, Mark. Zitadelle: Battaglia di Kursk. Stroud, Regno Unito: History Press, 2008. ↩︎
  21. Niepold, Gerd. Battaglia sull’fronte russo. Londra: Brassey’s, 1988. ↩︎
  22. Glantz, David M., e Jonathan M. House. Quando i Titani si scontrano: come l’Armata Rossa sconfisse Hitler. Lawrence, KS: University Press of Kansas, 1995. ↩︎
  23. Ziemke, Earl F. Da Stalingrado a Berlino: la sconfitta tedesca a est. New York: Dorset Press, 1968. ↩︎
  24. Warren F. Kimball, ed., Churchill and Roosevelt: The Complete Correspondence, Vol. III (Princeton University Press, 1984), p. 187. ↩︎
  25. Clark, Alan. Barbarossa: la guerra tra Germania e Russia, 1941-1945. New York: William Morrow, 1965. ↩︎
  26. Healy, Mark. Zitadelle: Battaglia di Kursk. Stroud, Regno Unito: History Press, 2008. ↩︎
  27. Niepold, Gerd. Battaglia sull’fronte russo. Londra: Brassey’s, 1988. ↩︎
  28. Glantz, David M., e Jonathan M. House. Quando i Titani si scontrano: come l’Armata Rossa sconfisse Hitler. Lawrence, KS: University Press of Kansas, 1995. ↩︎
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