Il Mosaico dei Misteri: dal Caso Moro al Processo Andreotti
Il nuovo libro di Vito Sibilio esplora i misteri d’Italia attraverso le vicende del Caso Moro, la morte di Dalla Chiesa e la Strage di Capaci. L’ultima parte, la vera novità del libro, affronta i Processi a Giulio Andreotti, sostenendo la sua innocenza e ipotizzando un complotto internazionale contro di lui.
È appena uscito l’ultimo libro di Vito Sibilio, uno dei più autorevoli autori di Report Novecento, dal titolo: Dal Caso Moro al Processo Andreotti. Moro, Dalla Chiesa, Falcone, Andreotti: Indagine sui misteri d’Italia,nel quale l’Autore ha fatto confluire due anni e mezzo di inchieste sui quattro personaggi in epigrafe del testo, pubblicate quasi sempre sul Nuovo Giornale Nazionale.
Il volume è in effetti concepito in quattro parti, delle quali due – quelle su Moro e Andreotti – composte da più capitoli, mentre le restanti – su Dalla Chiesa e Falcone – constano di uno solo. La composizione è simmetrica e alterna una parte più cospicua ad una più smilza, dedicate ai personaggi nell’ordine in cui sono elencati nel sottotitolo, che corrisponde a quello della loro scomparsa e, soprattutto, all’evento che li riguarda che è trattato nel libro.
Questo si apre con un ampio approfondimento sul Caso Moro, concepito come complemento a quanto scritto da Sibilio nel suo La Pista Rossa del Caso Moro – recentemente riedito dalle Edizioni Sant’Antonio – e desunto dai dati dell’ultima Relazione della Commissione Fioroni. Come è noto, la Commissione non ha prodotto un documento di sintesi, ma l’Autore saccheggia le informazioni a disposizione argomentando serratamente sul coinvolgimento dei servizi segreti dei paesi dell’Est nel sequestro dello Statista, trattando temi scottanti come la sua prigionia alla Balduina, la presenza della ‘Ndrangheta, di Separat e dell’OLP in Via Fani e nella prima prigione di Moro, i rapporti tra il KGB e l’Hyperion, il soggiorno di Morucci e Faranda in Via Giulio Cesare a Roma all’ombra della Lubjanka, la strage di Via Fracchia a Genova alla ricerca del Memoriale Moro, la fuga dei terroristi sotto la protezione del KGB e le testimonianze più anomale sul luogo del rapimento e le circostanze del delitto del Presidente DC.
A complemento di questa prima sezione, il libro prosegue spiegando le circostanze reali della morte del Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, legate alla conoscenza che egli aveva delle possibilità, poi non concretizzatesi, di liberare Moro dalle prigioni in cui era tenuto, e sulle responsabilità di chi veramente non aveva voluto e perché.
Segue poi la breve ma intensa parte sulla Strage di Capaci – con una incursione d’indagine anche su quella di Via D’Amelio – spiegata alla luce delle indagini che Giovanni Falcone e Paolo Borsellino stavano conducendo sul traffico di droga organizzato dai servizi segreti dell’ormai moribonda URSS per finanziare i partiti comunisti all’estero, nonché sulle relazioni strutturate tra servizi, grande capitale e mafie. Questa inchiesta si avvale dei risultati di quella russa sul medesimo argomento e dei dati, inediti in Italia, de la Lettre d’Information di Pierre Faillant de Villemarest.
L’ultima parte è la vera novità del libro, in quanto per la prima volta in Italia, sia pure mediante servizi giornalistici, viene affrontato il tema dei Processi a Giulio Andreotti, del quale l’Autore sostiene, caparbiamente e con una serrata documentazione, la completa innocenza, avvalorando la tesi di un complotto internazionale contro lo statista DC, le cui radici affondano proprio ai tempi della morte di Moro. Su questo delicato argomento Sibilio si dilunga proprio a partire dalla circostanziata descrizione del complotto, organizzato sia da chi voleva, da dentro e fuori Italia, un regime change del nostro Paese, sia dalla criminalità organizzata, che proprio in Andreotti, negli ultimi anni della Prima Repubblica, aveva trovato un implacabile avversario. Seguono densi capitoli che commentano i dati disponibili nelle sentenze dei tre gradi di giudizio che il Presidente DC percorse in entrambi i suoi processi e che dimostrano l’inconsistenza delle tesi accusatorie, per giungere a contestare, in sede storica, anche i pochi addebiti mossi al Senatore a vita nella sentenza definitiva del processo di Palermo. La trattazione si conclude con una disamina sui rapporti tra Andreotti e Pecorelli, Dalla Chiesa, Gelli, Calvi, Sindona e Moro.
Le inchieste, senz’altro distinte logicamente le une dall’altra, sono strettamente connesse da due elementi: la padronanza del tema dell’Autore e la sicura riconduzione di esse ad una medesima matrice, quella della Pista Rossa, che però, nel caso di Andreotti e del suo kafkiano processo, si mescola con una road map ben predisposta da Oltreoceano.
Si tratta di un libro provocatorio e scomodo, che riempie un gran vuoto nella ricerca attuale, spesso appiattita su verità ufficiali e conformismo processuale, e che in ogni caso potrà suscitare un dibattito che appare più che opportuno, specie a partire dalla risultanza oramai indiscutibile della interconnessione dei fatti narrati. Un libro che, peraltro, ben si addice al filone di indagine contemporaneistico che Sibilio ha ampiamente sviscerato in altri suoi volumi legati alla storia della Chiesa e del mondo cattolico dei tempi recenti.