Giovanni Preziosi nasce 54 anni fa a Torre del Greco, in provincia di Napoli, da genitori irpini. Trascorre la sua infanzia ad Avellino prima di intraprendere gli studi universitari presso l’Università degli Studi di Salerno dove si laurea in Scienze Politiche discutendo una tesi in Storia Contemporanea.
Nel corso di questi anni ha coltivato varie passioni, tra cui quella per il giornalismo, divenendo una delle firme più apprezzate delle pagine culturali di alcune prestigiose testate quali: “L’Osservatore Romano”, “Vatican Insider-La Stampa”, “Zenit”, “Il Popolo della Campania”, “Cronache Meridionali”. Ha recensito anche alcuni volumi per “La Civiltà Cattolica”. Inoltre, dal 2013, è anche condirettore della Rivista telematica di Storia, Pensiero e Cultura del Cristianesimo “Christianitas” e responsabile della sezione relativa all’età contemporanea. Recentemente ha fondato anche il sito di analisi ed approfondimento storico "The History Files”.
Ha insegnato Storia Contemporanea al Master di II° livello in “Scienze della Cultura e della Religione” organizzato dal Dipartimento di Scienze della Formazione dell’Università degli Studi Roma Tre. Fin dalla sua laurea i suoi interessi scientifici si sono concentrati sui problemi socio-politici che hanno caratterizzato il secondo conflitto mondiale, con particolare riguardo a quel filone storiografico relativo all’opera di assistenza e ospitalità negli ambienti ecclesiastici ad opera di tanti religiosi e religiose a beneficio dei perseguitati di qualsiasi fede religiosa o colore politico.
Ha compiuto, pertanto, importanti studi su tale argomento avviando una serie di ricerche i cui risultati sono confluiti nel volume “Sulle tracce dei fascisti in fuga. La vera storia degli uomini del duce durante i loro anni di clandestinità” (Walter Pellecchia Editore, 2006); “L’affaire Palatucci. “Giusto” o collaborazionista dei nazisti? Un dettagliato reportage tra storia e cronaca alla luce dei documenti e delle testimonianze dei sopravvissuti” (Edizioni Comitato Palatucci di Campagna, 2015), “Il rifugio segreto dei gerarchi: Storia e documenti delle reti per l'espatrio clandestino dei fascisti” (CreateSpace Independent Publishing Platform, 23 febbraio 2017) e “La rete segreta di Palatucci. Fatti, retroscena, testimonianze e documenti inediti che smentiscono l’accusa di collaborazionismo con i nazisti” (SECONDA EDIZIONE - Independent Publishing, maggio 2022) nonché in altri svariati articoli pubblicati su giornali di rilievo nazionale.
Purtroppo, spesso e volentieri, mostriamo una certa ritrosia a misurarci, obiettivamente, con quelle pagine più controverse della nostra storia costellata di molte luci ma – inutile nasconderlo – anche di qualche ineludibile ombra come fu, ad esempio, la stagione della dittatura fascista che portò in dote le vituperanti leggi razziali e le persecuzioni antisemite.
Proprio per questo motivo, sulla scia dei lusinghieri risultati raggiunti con la precedente piattaforma di ricerca ed approfondimento storico History Files Network, abbiamo inteso focalizzare maggiormente l’attenzione su un periodo spesso poco studiato soprattutto dalle giovani generazioni, il Novecento, e da qui prenderemo le mosse per indagare più a fondo i vari aspetti e le pagine più oscure e controverse che hanno segnato questo periodo della nostra Storia.
Da oggi il nostro sito si presenta con una veste grafica completamente rinnovata, pensata per offrirvi un’esperienza di navigazione ancora più coinvolgente e intuitiva. Il nuovo design pulito ed elegante vi permetterà di immergervi nei nostri contenuti senza distrazioni, mentre la struttura ottimizzata renderà più semplice trovare gli argomenti che più vi appassionano.
Questo aggiornamento non solo migliora l’accessibilità e la fruibilità della piattaforma, ma si propone anche di stimolare nuove forme di indagine storica, facilitando approcci interdisciplinari e promuovendo la diffusione di metodologie innovative nel campo della ricerca storica digitale.
Nonostante questi cambiamenti significativi, l’essenza di Report Novecento rimane immutata. Il nostro impegno nel fornire analisi storiche rigorose, basate su una solida metodologia scientifica e arricchite da prospettive interdisciplinari, continua ad essere il fulcro della nostra missione. Il team editoriale, composto da storici accademici, ricercatori ed esperti di divulgazione, mantiene i più alti standard di accuratezza e obiettività.
Alcuni anni orsono ad una domanda di Alain Elkann sul futuro dell’Italia il compianto Indro Montanelli, com’era suo solito, senza battere ciglio, con un certo disincanto, replicò fermamente prendere a prestito una riflessione di Ugo Ojetti (1871-1946) secondo il quale «l’Italia è un Paese di contemporanei, senza antenati né posteri perché senza memoria», chiosando che
un Paese che ignora il proprio ieri, di cui non sa assolutamente nulla e non si cura di sapere nulla, non può avere un domani. L’Italia ha una storia straordinaria, ma non la studia, non la sa. È un Paese assolutamente ignaro di sé stesso.
Ahimè, come dargli torto!
Purtroppo, spesso e volentieri, mostriamo una certa ritrosia a misurarci, obiettivamente, con quelle pagine più controverse della nostra storia che, come sosteneva lo stesso Montanelli, è costellata di molte luci ma – inutile nasconderlo – anche di qualche ombra (come fu, ad esempio, la stagione della dittatura fascista che portò in dote le vituperanti leggi razziali e le persecuzioni antisemite) nel timore che ciò possa nuocere irrimediabilmente a quel famigerato stereotipo degli italiani “brava gente”.
Senza scomodare filosofi illustri del calibro di Cicerone, Quintiliano, Agostino d’Ippona, Tommaso d’Aquino, Giordano Bruno, i grandi mnemonisti del Quattrocento e del Cinquecento, fino ai pensatori più recenti quali David Hume, Bergson, Husserl, Leibniz, Hegel, Spinoza, Hobbes e Kant, che nel corso dei secoli si sono cimentati su questo argomento, discettando a lungo sul concetto e il valore della “memoria”, con un briciolo di buon senso, possiamo convenire che senza di essa, ovvero quella ben nota facoltà umana di conservare tracce del passato che interviene allorché tentiamo di riafferrare qualcosa che è scomparso attraverso i ricordi, non avremmo cognizione di noi stessi, della nostra storia personale e collettiva e né tantomeno saremo in grado di costruire su basi solide il nostro avvenire.
Come del resto scrive lo storico statunitense di origini ebraiche Yosef Hayim Yerushalmi
«la memoria e la storiografia moderna, per la loro stessa natura, si pongono in un rapporto molto diverso nei confronti del passato: la seconda non mira infatti a una restaurazione dei ricordi, ma a un modo di ricordare interamente nuovo. Nella sua ricerca incessante essa porta alla ribalta testi, eventi, processi evolutivi o involutivi che non hanno mai fatto parte della memoria […] Ma non è tutto: lo storico non si limita a colmare le lacune della memoria, ma sottopone a un esame critico anche i ricordi che sono giunti intatti fino a noi» (Zakhor, Storia ebraica e memoria ebraica, 1982 ed. it. 1983).
In effetti, a ben vedere i territori dello storico, per antica tradizione, mutano e si ampliano continuamente, rispecchiando o anticipando sensibilità e tendenze che maturano, continue e diverse, in una società che cambia e rivolge domande nuove al passato. Il presente interviene sul passato, un passato di cui si cercano e trovano immagini nuove, parziali ma cospiranti a una raffigurazione più precisa e attendibile.
Naturalmente, soprattutto in campo storico, non si può mai dire la parola fine, poiché vi sono sempre da scoprire nuove fonti da dire altro, da dire meglio quello che è stato già detto. Insomma, quello che attraverso questo sito web ci proponiamo è di scrivere e parlare di storia senza la pretesa effimera di scoprire tutte le verità recondite, ma con l’intento di gettare un ulteriore fascio di luce per offrire un modesto contributo e diradare quei meandri oscuri che la storiografia non ha ancora esplorato, rimasti – pertanto – ancora avvolti nel mistero, in modo da dissipare dubbi e incertezze e ampliare gli orizzonti della conoscenza.
Questo network, fin dalla sua origine, aspira a divenire un forum interdisciplinare di analisi e approfondimento, un luogo d’incontro aperto alla discussione e ad esperienze storiografiche diverse per favorire il confronto e la sintesi dei diversi linguaggi e modelli interpretativi prevalenti riguardanti i maggiori temi emergenti o controversi al centro del dibattito, rifiutando qualsiasi connotazione ideologica, mediante una rigorosa analisi critica diacronica e sincronica degli eventi, che deve contraddistinguere il mestiere tipico dello storico, mettendo da parte il pathos soggettivo che, a volte, può affiorare e prendere il sopravvento sulla realtà dei fatti.
Pertanto, il metodo che ispirerà questo network sarà quello tipico del ricercatore scrupoloso e puntiglioso, passando ogni notizia al vaglio di una preventiva critica obiettiva in modo da evitare qualsiasi strumentalizzazione, mirando esclusivamente all’appuramento dei fatti per attribuire ad essi il giusto rilievo che hanno avuto nel contesto storico in cui si sono svolti, in modo tale da compulsare la storia affinché risulti palpitante, avvincente e viva.
Report Novecento, dunque, mira a divenire una sorta di laboratorio digitale di ricerca, documentazione, discussione e informazione sui principali e più recenti temi del momento e, mediante un linguaggio semplice e immediato, si prefigge di sperimentare nuove piste di ricerca storica e di storytelling, compulsando meticolosamente ogni fonte d’archivio, privilegiando in particolare quelle inedite e ancora poco note, col preciso intento di contribuire a colmare la distanza tra le frontiere della ricerca, senza alcuna delimitazione geografica né settoriale, in modo da fornire al lettore un quadro d’insieme più organico e preciso sulle principali vicende che, talvolta, sono rimaste nascoste in quel cono d’ombra del dibattito storiografico e non sufficientemente conosciute, per rispondere a tutti i quesiti rimasti ancora inevasi e divenire così un punto di riferimento non solo degli storici e dei cultori della materia, ma più in generale anche di tutti gli appassionati della Storia.
Lo scopo di ciò è offrire, nell’universo mediatico del web, un punto di riferimento il più possibile sicuro per tutti coloro che aspirano ad approfondire i contenuti in questione con rigore scientifico ed un linguaggio più accessibile anche per coloro che non sono eruditi.
Report Novecento seguirà, pertanto, queste quattro direttrici:
Lo stato dell’arte dei più attuali studi storici e la proposta di nuove piste e metodi di ricerca;
Un confronto ed una riflessione storiografica polisemica per trovare una sintesi interpretativa;
la sperimentazione nell’ermeneutica storica;
la promozione periodica di Webinar e Lectio Magistralis su temi specifici da concordare per fare il punto della situazione con l’ausilio di piattaforme web per favorire un più ampio coinvolgimento di studiosi e studenti.
La periodicità sarà decisa in seguito di comune accordo dal Comitato Scientifico di concerto con il Comitato di Direzione e si discuterà anche sull’eventualità di affiancare, all’occorrenza, alle rubriche ordinarie anche opportuni supplementi monografici su specifici argomenti.
Report Novecento, dunque, rappresenta un progetto ambizioso che mira ad approfondire la conoscenza storica mediante l’ausilio dei moderni strumenti dell’editoria elettronica per offrire un adeguato know-how sulle più recenti tendenze della ricerca sia agli addetti ai lavori e sia agli studenti o più semplicemente agli appassionati di questa affascinante disciplina per offrire una diversa chiave di lettura e contribuire, in tal modo, a diradare quei meandri oscuri che la storiografia non ha ancora esplorato sufficientemente, dissipando eventuali dubbi ed incertezze.
Proprio per questo motivo si è inteso di assumere ad oggetto i problemi che le nuove piste di ricerca pongono agli studiosi, non limitando l’arco temporale al solo ambito del Novecento, ma cercando di rintracciare le radici del mondo contemporaneo nei grandi processi economici, sociali, politici e culturali che presero l’abbrivio dalla fine del XVIII secolo con la Rivoluzione industriale inglese e la Rivoluzione francese allo scopo di ritrovare le ragioni del nostro presente.
Pertanto, sulla scia di queste nuove tendenze si inserisce questo nuovo network di analisi e approfondimento storico che aspira a divenire una sorta di agorà virtuale, un luogo d’incontro insomma, un contenitore di storie, aperto a chiunque desideri offrire il proprio contributo, senza velleitarie pretese rigoristiche e grosse ambizioni speculative, cercando la storia da un’altra prospettiva, se possibile, in un modo ancora più originale.
La Direzione e il Team Editoriale di Report Novecento
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